Pai sul Garda
Bellissimo paese addormentato e sconosciuto:
Pai di Torri del Benaco, sul lago di Garda
© Ralf Geryk 2014
Last Update: 28.06.2017

Storie

Davì – Lo stregone di Biasa

In una stanza buia dell’antico castello di Biasa, abitava in epoca lontana quello che oggi chiamiamo “el pore Davì”. Davì era un vecchio stregone indemoniato. Aveva un grande naso adunco al centro di una faccia gialla, occhi piccoli quasi nascosti da folte sopracciglia color rame, una barba biforcuta e ispidi capelli ramati. Indossava una casacca bisunta, larghi calzoni ed un cappellaccio sbilenco e lurido. Possedeva il “libro del comando” ed una bacchetta magica. Con questi arnesi otteneva molte cose ma, non entrare nella vicina chiesa di Sant’Antonio. Solo se si avvicinava si scatenavano, davanti a lui, temporali con tuoni e saette per impedirgli di entrare. Il potere magico datogli dal libro e dalla bacchetta lo usava solo per scopi malefici. Una volta ad un tale che gli aveva negato un po’ d’olio lo punì riunendo uno stormo di uccelli che divorarono le olive pronte da raccogliere. Ad un altro che si rifiutò di dargli il latte inviò un servo del demonio nella stalla che slegò le mucche facendole fuggire sul Baldo. Col libro e la bacchetta chiamava le anime dei dannati, che apparivano davanti allo sventurato che aveva l’ardire d’entrare in casa di Davì. Un giorno incontrò un compaesano dal quale aspirava ad ottenere la cessione di un appezzamento di terra da destinare ad orto. “Vieni questa sera da me passeremo insieme qualche ora in allegria mangiando castagne e bevendo un buon bicchiere di vino.” L’altro, sorpreso da tanta amabilità e non conoscendo fino in fondo Davì, accettò l’invito. Alla sera, seduti attorno al camino, Davì gli espose la sua richiesta e al rifiuto dell’ospite, prese in mano libro e bacchetta e recitò “Abracadabra, tu che ascolti, vieni a portarmi i desiderati beni” All’improvviso... dalla cappa del camino scesero... due gambe e poi la testa, le braccia, insomma il corpo di un uomo morto due anni prima. Atterrito l’ospite regalò a Davì il terreno e scappò a gambe levate. Si racconta che Davì fu visto sparire nel Lago, vaporizzando e grillando come un tizzone acceso. Il “libro del comando” fu consegnato alla Chiesa e per volere unanime del popolo fu bruciato. Si dice che durante la cerimonia degli scongiuri, il libro, tra le fiamme saltasse e lanciasse ululati e imprecazioni e, che a stento i presenti riuscirono a calmare l’epilettica danza con le forche. Della bacchetta, invece, non si seppe più nulla... (Redazione: Nives Brighenti)
La rocca di Biasa, localitá nei Pressi di Castelletto di Brenzone.
Biasa, contrada di Castelletto di Brenzone.